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Animali a Firenze e...dove trovarli! #11

Aggiornamento: 10 dic 2020

Cani nei quadri, Uffizi Gallery


I cani sono stati rappresentati fin dall’antichità, soprattutto sculture di cani o cani rappresentati su anfore o statue funerarie. Molti di questi sono presenti agli Uffizi di Firenze.


Le fonti letterarie raccolgono oltre 50 differenti nomi di razze di cani. Questi animali sono nominati a partire dalla terra d’origine, dal popolo (o dall’eroe) che li avrebbe selezionati, da caratteristiche fisiche o ancora dal tipo di impiego della singola etnia. Non sempre i dati possono essere accolti e utilizzati come sicuri. I repertori dell’arte greca, per parte loro, conoscono invece un numero assai ridotto di tipologie canine, le quali raramente appaiono identificabili con sicurezza a livello onomastico, o possono presentare inoltre notevoli di natura stilistica. Nello studio delle raffigurazioni di cani è preferibile evitare l’impiego del termine “razza”, sforzandosi di delineare una più neutra tipologia. Per esempio il cagnolino di “Melite” : si tratta di uno fra i cani piu diffusi nella società greca e romana, eppure al contempo meno descritti dalle fonti nella loro morfologia. È spesso definito kunidion, “cagnolino” (analogo al latino catulus) e gli antichi scrittori si limitano a descriverne le dimensioni ridotte. Il termine è riferito al suo luogo d’origine, senza che ci sia unanimità di parere su quale territorio sia da identificare con Melite: alcuni autori sostenevano infatti che esso provenisse dall’odierna Malta. È l’unico cane per il quale è oggi nota almeno un’ attestazione epigrafica che ci aiuta a riconoscerlo con sicurezza in campo artistico.


Ma parliamo di oli su tela. Per esempio la famosissima Venere di Urbino di Tiziano. Tiziano nella Venere di Urbino sembra far riferimento all’importanza della dimensione erotica nel matrimonio, perché agli elementi simbolici tipici della dea dell’amore (le rose nella mano destra, il vaso di mirto sul davanzale della finestra) c’è il cagnolino acciambellato sul letto e le ancelle che tirano fuori da una cassa nuziale delle vesti. La donna si adagia su due cuscini disposti a sinistra e allunga il suo corpo verso destra dove si trova un cagnolino che dorme. Lo stesso animale è presente in altre Veneri dell’epoca. Si trova anche nel Ritratto di Eleonora Gonzaga, duchessa di Urbino, esposta agli Uffizi di Firenze. Fu prodotta, probabilmente, all’interno della bottega di Tiziano. Il cagnolino è simbolo di fedeltà coniugale. Ha una funzione di straordinaria importanza nell’opera del grande maestro veneziano. Esso rappresenta l’abbandono nell’assoluta tranquillità domestica. Il riposo dell’animale è infatti reso imperturbabile dal silenzio che regna nella stanza. Nulla minaccia la donna.




Nel Ritratto di Eleonora Gonzaga, sotteso al dipinto, che vuole sottolineare le qualità morali e nobili dell'animo femminile, una serie di particolari simbolici, il cagnolino pezzato, rappresenta un implicito significato importante alla fedeltà, mentre l'elegante orologio, può essere considerato uno "status symbol", o un attributo della temperanza, o addirittura un "memento mori". Probabilmente il significato più corretto che scaturisce dall'abbinamento di questi simboli è la costanza e la fedeltà dell'amore temperato, sancito cioè dal matrimonio, nonché la prudenza nel regalare la propria vita.



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