Animali a Firenze e...dove trovarli! #14
- Hasta Perro
- 2 dic 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 dic 2020
Gli Animali Astrologici
L’Ariete e il Capricorno
Analizziamo dunque: il Sacrificio di Isacco di Ghiberti; gli affreschi del Vasari (Palazzo Vecchio); Giasone e il Vello d’oro (Bargello) di Giambologna; il Giovane (1601-1678) e Allegoria dell’Aria e del Fuoco. Allegoria della Terra e dell’Acqua (Uffizi) di Brueghel.
Chiare fonti scritte ci fanno comprendere quanto l’astrologia fosse presente nelle società passate e quanto condizionasse le scelte e gli eventi. Conseguenza è il binomio arte e astrologia. Ma già Leonardo Da Vinci aveva studiato gli antichi testi ermetici ed astrologici, come si comprende da alcuni suoi celebri dipinti, soprattutto nel Cenacolo, che ha realizzato con molti riferimenti zodiacali e planetari, ed inoltre il suo interesse verso l'Astrologia si vede dall'elenco dei volumi che possedeva nella sua biblioteca personale.
Un esempio calzante è legato alla figura di Federico II di Svevia. Leggenda vuole che all’imperatore fosse stata predetta la morte dall’astrologo Michele Scoto, morte che sarebbe comparsa proprio nella città di Firenze. Ragion per cui il monarca evitò sempre di recarsi a Firenze, tanto che fece erigere il suo castello a Prato, simbolo della sua presenza in Toscana. Ma il destino deve averlo inseguito, visto che trovò la sua fine a Fiorentino di Puglia! Anche il padre di Ferdinando I, Cosimo I, tenne in grande considerazione gli astri tanto che quando divenne duca di Firenze cambiò il suo segno zodiacale da Gemelli in Capricorno (il suo ascendente) e volle essere incoronato in dicembre, appunto sotto il segno del Capricorno. Questa non fu certo una scelta casuale visto che la storia ci ricorda che altri monarchi ottennero il loro titolo sotto l’energia dell’undicesimo segno, come ad esempio Carlo Magno. Questo segno zodiacale rimandava anche ad importanti uomini del presente e del passato come Lorenzo il Magnifico (antenato di Cosimo), Augusto (il primo imperatore romano) e l’imperatore Carlo V a cui il Medici era fedele. L’astrologia viene quindi ad assumere una funzione propagandistica che si riscontrerà nelle opere create sotto la committenza del primo granduca di Firenze. Sempre sull’esempio di Augusto, che aveva fatto battere moneta con impresso il simbolo del Capricorno, furono coniate medaglie che riportavano lo stesso simbolo in onore di Cosimo I. Ne rimane una tangibile testimonianza con la medaglia conservata al Museo del Bargello e realizzata da Domenico di Polo di Angelo con il profilo del signore sul recto e la costellazione del Capricorno sul verso.

Paolo Giovio, nel suo Dialogo delle imprese militari et amorose (1551) dedicato proprio al granduca, usò il Capricorno come impresa medicea associata al motto “Fidem fati virtute sequemur” (con fiducia seguiamo le virtù del fato) per indicare l’intenzione di Cosimo I a conseguire ciò che le stelle gli promettevano.
Nel 1401 ci fu a Firenze una competizione tra Ghiberti, Brunelleschi e Jacopo della Quercia per l’abbellimento della porta nord del noto Battistero di Firenze. A vincere fu Ghiberti, il quale realizzò una formella bronzea raffigurante il Sacrificio di Isacco, oggi conservata al museo del Bargello a Firenze. Le figure presenti dovevano essere: Abramo nell'atto di sacrificare il figlio su un altare, l'angelo che interviene per fermarlo, l'ariete che dovrà essere immolato al posto di Isacco e infine il gruppo con l'asino e i due servitori. Ghiberti divise la scena in due zone verticali armonizzate da uno sperone roccioso inclinato trasversalmente, sulla sommità del quale si trova l'ariete.

Continuando ad esplorare i particolari della storia fiorentina vediamo come a Palazzo Vecchio (già Palazzo del Popolo e ora con Cosimo I detto Palazzo del duca) siano celebrati le usanze astrali. Infatti l’interessante programma decorativo studiato da Giorgio Vasari tra il 1555 e il 1565, vede ricorrere in diversi ambienti del palazzo molte immagini, più o meno celate, che raffigurano il Capricorno. Nella Sala degli Elementi, decorata tra il 1555 e il 1557 da Vasari con un programma iconografico di Cosimo Bartoli, dove nell’affresco, Le primizie della terra offerte a Saturno, il Capricorno è ai piedi del dio (che, astrologicamente parlando è anche il pianeta che lo governa) e ha fra le zampe la palla medicea, un riferimento al globo terrestre che è quindi tenuto e retto, e governato da quelle sette stelle, come diceva Vasari stesso, ovvero governato dalle sette stelle che compongono la costellazione dell’undicesimo segno. Alla sinistra del Capricorno una figura maschile ritratta di spalle e immersa nelle acque mostra le imprese di Cosimo I: la vela e la testuggine, che simboleggiano la fortuna del granduca: “[…] con la natura e la tardità del cammino di questo animale, e la velocità che fa andare nelle acque, la vela, nel mare delle difficoltà, il duca protetto dal Dio riuscirà nelle imprese del governo”.

Un’altra importante opera presente a Firenze, al Museo Nazionale del Bargello, è la scultura di Giambologna: Giasone e il vello d’oro. Giasone, condottiero mitologico, capo degli Argonauti è raffigurato con un atteggiamento eroico e vittorioso mostrando il vello d’oro. Quest’ultimo è il manto di ariete che è obiettivo delle peripezie di Giasone e qui omaggio al segno astrale di Cosimo I, il capricorno. Il vello d’oro è diventato tale a causa di un oracolo ingannevole in cui appunto fu sacrificato l’animale: il vello d’oro rimase intatto e fu tenuto in conto come un grande tesoro degli abitanti del luogo.

Comments