ANIMALI A FIRENZE E...DOVE TROVARLI #6
- Hasta Perro
- 27 ago 2020
- Tempo di lettura: 3 min
IL GATTO NELL’ARTE.
Il gatto ha da sempre ricoperto un ruolo importante nel mondo dell’arte e goduto di grande considerazione da parte degli artisti dalla Persia, all’India fino alla Cina che li rappresentavano come simbolo di potere e comando. Gli Egizi lo consideravano manifestazione terrena di Bastet, la dea della salute. In epoca medioevale cambia completamente di significato e viene considerato simbolo del maligno, dell’inganno e del peccato. Successivamente viene sottolineata la sensualità del felino analizzando il comportamento dell’animale fino ad arrivare ad una interpretazione più personale e alla messa in luce delle sue doti da predatore. Nell’arte americana invece assume un ruolo centrale, simbolo di bellezza e modernità. Nell’opera di cui parleremo oggi il gatto viene rappresentato in modo del tutto nuovo grazie alla sensibilità dell’artista Federico Barocci.

La Madonna della Gatta è uno dei dipinti più belli e famosi di Federico Barocci (Urbino, 1535 - 1612), è un dipinto ad olio realizzato su tela dalle dimensioni di 233 x 179 cm. Il dipinto è stato per dieci anni nei depositi della Galleria degli Uffizi e attualmente si trova a Palazzo Pitti esposta nella Sala di Berenice. Questa sala era l’appartamento d’inverno di Vittoria della Rovere, che portò a Firenze l’opera nel 1631, quando sposò il granduca Ferdinando II de’ Medici. Nello stesso ambiente, oggi, si trovano anche Il ritratto di fanciullo e una copia dell’Annunciazione. L’opera fu realizzata dall’artista su commissione della famiglia della Rovere del ducato d’Urbino. Si pensa che il dipinto fosse stato commissionato per celebrare la visita di Clemente VIII proprio nel 1598, ma lo storico Federico Natali ipotizza che l’opera celebri una nascita ducale. Infatti, Francesco Maria II Della Rovere rimase vedovo nel 1598 e senza figli. Secondo un accordo con il Papa in assenza di eredi il ducato sarebbe stato annesso allo Stato Pontificio, così il duca nel 1599, all’età di 50 anni, sposò la cugina Livia da cui nacque nel 1605 l’erede maschio. La tela quindi potrebbe essere stata realizzata dopo il 1605. Il dipinto è una delle più delicate e teatrali interpretazioni della maternità. Giuseppe solleva la tenda che sembra proteggere il sonno di Gesù Bambino e introduce subito lo spettatore tra le mura domestiche, dove la Vergine, posta al centro, sta cullando il suo piccolo. A destra troviamo San Giovannino bambino accompagnato dai genitori, Elisabetta e Zaccaria. La particolarità da cui il dipinto prende la sua denominazione è proprio la gatta che allatta i suoi cuccioli, sistemata dal pittore giusto al centro della scena, morbidamente accoccolata tra le vesti di Maria. La scena si svolge nel Palazzo Ducale d’Urbino, all’interno di una stanza nella quale si apre una finestra sul fondo. Attraverso l’apertura rettangolare incorniciata da lesene si intravede infatti un paesaggio collinare con un castello. Federico Barocci realizza una originale interpretazione della Maternità infatti la scena ha un taglio teatrale e manifesta una sottile sensibilità interpretativa. La presenza della gatta è un dettaglio che enfatizza la simbologia di Maria, madre di Gesù e ha la capacità di proiettare immediatamente l’immagine sacra in una dimensione quotidiana, vera, di affetti semplici e moti dell’anima che lo spettatore sente vicini a sé e che lo inducono a sentirsi parte di quel dialogo gentile di sguardi e di gesti. Incarna così lo strumento di relazione tra mondo reale e realtà divina. Ed è proprio in questa straordinaria capacità di far convivere la sentimentalità con una rappresentazione chiara e immediata, con l’eleganza di una materia pittorica raffinatissima che Barocci si rivela lo straordinario protagonista di una stagione di passaggio, che raccoglie l’eredità della grande pittura manierista e la lancia decisamente nell’universo Barocco”.
Anche gli artisti di Hasta Perro di sono lasciati affascinare da questo splendido animale ospitandolo nelle loro lezioni come modello vivente e ritraendolo attraverso un dettagliato studio dal vero. Per i più piccini (ma non solo) hanno invece pensato di realizzare una statua in gesso bianco che ritrae proprio uno dei nostri amici: SILVESTRINO di razza Ragdoll.
Silvestrino fa parte della collezione Hasta Pets: sculture che possono essere e dipinte in modo personale a seconda del proprio gusto e fantasia. Per ricevere il tuo primo Hasta Pets corri subito nel nostro studio in Via Coluccio Salutati 3R, Firenze!

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