Animali a Firenze...e dove trovarli #8
- Hasta Perro
- 21 set 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Il Cavallo nell’arte

In passato fino alla fine dell’Ottocento, a partire dall’arte preistorica, il cavallo é stata una figura determinante e frequente nelle opere d’arte, perché esso ha affiancato l’uomo fin dall’origine delle prime civiltá. Inizialmente é apparso in pitture rupestri; piú avanti l’immagine equina era comune nell’artica arte egizia e greca. Immagini piú raffinate che mostravano una maggiore conoscenza dell’anatomia equina apparvero nella Grecia classica e in opere romane successive. Sono proprio i greci e i romani ad inventare la statua equestre, comune ad oggi nella moltitudine delle piazze italiane. Nel Rinascimento i cavalli apparivano spesso in opere d’arte come raffigurazioni di cavalli in battaglia. Pensiamo a Paolo Uccello, Leonardo da Vinci, Raffaello, Mantegna e Tiziano. Gli artisti rappresentavano il cavallo in quanto cavalcatura di prestigio dei comandanti di guerra.
Nell’etá barocca si affermó la tradizione della ritrattistica equina, come artisti quali Rubens che ritraevano soggetti regali in cima alle loro cavalcature.
Appaiono meno spesso nell’arte moderna perché il cavallo non é piú significativo, né come mezzo di trasporto, né come strumento di guerra. Ma comunque Ad oggi, gli artisti contemporanei raffigurano il cavallo come un soggetto da poter “modificare”, in maniera meno reale, stravagante. Vediamo come nel futurismo (vedere Boccioni) sia rappresenta il cavallo come un soggetto dinamico, moderno.
Analizziamo due importanti e note opere di Giambologna presenti a Firenze: la statua equestre di Ferdinando de’ Medici e quella di Cosimo de’ Medici.
La statua equestre di Ferdinando I de’ Medici si trova in piazza Santissima Annunziata di Firenze. Si tratta di una delle ultime opere di Giambologna, affiancato da Pietro Tacca, suo allievo. La statua fu portata a termine nel 1607 e venne sistemata nella piazza nel 1608 in occasione delle nozze di Cosimo II e Maria Maddalena d’Austria. L’opera é una scultura in bronzo proveniente dai cannoni delle galee turchie. La collocazione del monumento ha evidente riferimento alla devozione del granduca de’ Medici e assume maggiormente valore nel contesto urbano poiché collocato in asse tra la piazza del Duomo e quella della Santissima annunziata. Questo permette la visione del monumento anche da piazza del Duomo.
Il granduca si presenta a cavallo, in corazza, con in petto la croce di Santo Stefano, ordine equestre istituito da Cosimo I. Ció che rende particolare il basamento é la decorazione del cartiglio (raffigurazione dipinta o scolpita di una lista o rotolo di carta) bronzeo che si trova sul lato corto del solido. L’originale scultura di uno sciame di api, perfettamente disposte in una serie di cerchi con l’ape regina al centro, simboleggia l’impresa del Granduca ed e’ corredata da un motto che lo identifica: Maistate Tantum (Soltanto per la sua Maestá). Ferdinando I de’ Medici, che governó Firenze come un’ape regina, circondato dal suo sciame di api, cioe’ dal suo popolo. Le api sono l’allegoria del potere fiorentino e nelle api risiedono molte altre leggende e allegorie.
Un’altra statua equestre per opera di Giambologna, presente a Firenze in piazza della Signoria rappresenta Cosimo de’ Medici. Questa statua venne commissionata per celebrare appunto Cosimo de Medici che era stato il primo Granduca di Toscana. L’opera, la prima grande scultura equestre realizzata a Firenze, in bronzo, fu completata nel 1594 con la figura del Granduca e con il piedistallo marmoreo, sul quale furono sistemati tre bassorilievi che raffigurano episodi salienti della sua vita. Curiosi sono i capricorni presenti sul piedistallo, simbolo dello stesso Cosimo, in quanto figura di virilitá, magnificenza e simbolo di condottiero, in quanto la stella maggiore nella costellazione dell’Auriga é associata a Amaltera ossia la “capra”.

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